Pratyahara: Asana e Pranayama verso la meditazione” è la nuova proposta YOGA di Respirando.
Un seminario-workshop esperienziale dedicato a chi vuole praticare e approfondire le tecniche dello Yoga classico, ascoltare e contattare appieno il proprio corpo e il respiro ed impostare le basi della meditazione. Nella sessione di pratica si alterneranno l’esecuzione di Asana (posture) di Hatha Yoga, tecniche di Pranayama (respiro) e momenti meditativi. Il dialogo e la condivisione (Sangha) accompagneranno lo svolgimento del seminario.
QUANDO
Domenica 12 Maggio 2019 ore 9.30 – 12.30
DOVE
Presso il Parco Le Risorgive di Codroipo (UD)
Appuntamento alle 9.10 all’ingresso di Via Moraulis
In caso di maltempo il seminario si terrà presso Respirando – uno spazio per te, Viale Venezia 146 – Codroipo (UD)
ISACCO OCCHIALI
Il Seminario è condotto da Isacco Occhiali.
Diplomato dopo un percorso quadriennale di studi presso I.S.Y.C.O. (Istituto per lo Studio dello Yoga e della Cultura Orientale), Isacco è Insegnante di Hatha Yoga dal 2011.
Praticante di Yoga dal 2002, è stato discepolo di numerosi Maestri: Antonio Nuzzo (allievo diretto di André e Denise Van Lysebeth), Jamuna Prasad Mishra, Giulio Di Furia (allievo diretto di Gerard Blitz) e Franco Bertossa (associazione Asia di Bologna).
Clicca qui per visitare il sito web di Isacco
PROGRAMMA
- 09:30 – 09:45: sangha introduttivo
- 09:45 – 10:45: Pratica di Asana e Pranayama: i sensi al servizio della quiete
- 10:45 – 11:00: sangha intermedio di analisi e dialogo
- 11:00 – 12:15: Asana, Pranayama e Pratyahara: il corpo e il respiro verso la stabilità meditativa
- 12:15 – 12:30: sangha conclusivo
COSTI E MODALITA’ DI ISCRIZIONE
Il Seminario si terrà al raggiungimento di una quota minima di 6 iscritti.
Il costo è di 25,00 euro a partecipante.
Le iscrizioni termineranno giovedì 9 maggio, data in cui verrà confermata l’attivazione del workshop.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA al 3388615939 e su info@respirando.info
COSA FAREMO NEL CORSO DEL SEMINARIO
Che ruolo hanno i sensi nella pratica dello Yoga? Come assumere gli asana per favorire un equilibrio interiore? Come si entra in meditazione?
A questi e altri quesiti si cerca di rispondere nel corso del seminario attraverso l’esercizio degli strumenti dello Yoga: l’impostazione ed esecuzione degli asana (posture) diventa fondamentale per creare la base sensibile adatta ad accogliere la naturale dimensione di silenzio che emerge durante la pratica. L’immersione nelle forme del corpo crea un ambiente di spontanea tranquillità partendo da un’accensione partecipata dei sensi.
Il respiro, caratterizzato dal suo moto ondivago, ha in sé le chiavi che consentono di aprire le porte della stabilità e convogliare l’attenzione cosciente verso il centro dell’interiorità, ovvero il luogo da cui la quiete si manifesta con il rilascio delle naturali forze equilibranti.
I sensi, allora, da periferici ascoltatori dell’esterno diventano il sostegno centrale del silenzio profondo che prelude alla meditazione.
Le tecniche di Asana e Pranayama faranno riferimento allo Hatha Yoga. Verranno riservati anche alcuni momenti (sangha) in cui dar spazio al dialogo e alla condivisione.
Clicca l’immagine qui sotto per scaricare il volantino:
QUALCHE ALTRA INFO…
Cosa vuol dire meditare nello Yoga Classico?
La pratica dello Yoga Classico è una ricerca che conduce alla meditazione. Ciò significa che l’elemento centrale della pratica dello Yoga è la relazione della mente con l’esterno, il proprio corpo e il proprio respiro. Il cammino ordinato della pratica è quindi caratterizzato da un contatto diretto con il nostro corpo (attraverso gli asana) e da una frequentazione impostata del nostro respiro (usando il pranayama), consentendo così un coinvolgimento costante della mente in tutte le fasi di pratica.
La presenza mentale costante è quindi una condizione importante che può essere raggiunta con la quiete del corpo e del respiro… e che si conferma nel silenzio interiore che ne consegue.
L’abbandono, il lasciare andare, un rapporto di ascolto partecipato ma passivo del nostro corpo e respiro diventano le solide fondamenta su cui anche la mente può trovare un sicuro appoggio e abbandonare gli usuali meccanismi quotidiani. In questo stato, raggiungibile ed esperibile, si entra in un luogo in cui la mente impara dal corpo e dal respiro che abita per rincontrare l’interiorità. Forza, stabilità e chiarezza vengono accolti sullo sfondo della nostra intimità.
Questo momento di forte e splendente introspezione viene definito pratyahara il quale conduce la mente a frequentare i ritmi spontanei del respiro e le sensibilità del corpo per entrare in una dimensione meditativa (Dhyana), favorevole alla consapevolezza di sé.
DICE ISACCO DI SE’…
Dopo più di 16 anni di pratica, se qualcuno mi chiede se sono riuscito a toccarmi i piedi rispondo di sì, ma posso aggiungere che da quei piedi… sono poi giunto a volermi toccare dentro.